mercoledì 6 novembre 2013

I miei figli si sentirebbero (discriminati)

Come noto, il pregiudicato più famoso d'Italia ha sparato l'ultima sua perla dicendo che i suoi figli si sentono "come gli ebrei sotto il nazismo" perché perseguitati. Marina Berlusconi come Anna Frank, insomma.

Per quanto mi riguarda, i miei figli - se ne avessi - si sentirebbero discriminati perché non riconosciuti da uno stato che non comprende diritti civili per famiglie di fatto. 

E comunque, anche in quel caso, non credo si sentirebbero preda di Hitler. Al massimo, delle cazzate che continua a sparare il pregiudicato. 



venerdì 18 ottobre 2013

Decadenza civica

"Non posso non intendere la dichiarazione degli `undici più uno´ senatori come una mozione di sfiducia nei miei confronti". La litote un po' barocca di Mario Monti è l'ultimo (forse?) suo contributo come leader di Scelta Civica. In guerra aperta con Mario Mauro e l'"ala dei popolari" che strizza l'occhio al Pdl, il professore annuncia di dimettersi da Sc per iscriversi al gruppo misto. 

Senatore a vita e premier dopo un giorno dalla nomina. Leader di un partito senza essere candidato in nessuna circoscrizione, ma presente soltanto nel simbolo, per la serie: un nome, una garanzia. Prestato alla politica con un tono come a dire "lo dovevo fare", twittatore per necessità, protagonista controvoglia di un "prima e dopo" Empy (il cane che gli mise in braccio Daria Bignardi), Monti è infine stato mangiato dai suoi commensali.

Al netto delle colpe e delle pugnalate di chi con Monti ha tessuto dei rapporti, Scelta Civica è rimasta una grande incompiuta, un ennesimo tentativo di costruire un centro artificale equidistante dalle "ali estreme", come Monti le ha spesso chiamate. Per lui, la creazione di Sc significava un'innovazione nella politica italiana e una vera alternativa all'immobilismo. Ci sembra che il risultato sia l'esatto contrario. I conti non tornano, come lo spread. 

sabato 28 settembre 2013

lunedì 16 settembre 2013

Perché D'Alema?

A Ottoemezzo si continua con le vecchie glorie. Dopo l'ennesima ospitata di Eugenio Scalfari, che ha pontificato più di Francesco che gli ha telefonato, è la volta di Massimo D'Alema, che con la sua consueta superbia ci fa sapere di essere a Bruxelles per un convegno ("E stacce", verrebbe da dirgli") e di guardare per fortuna con distacco le miserie italiane quando è all'estero per il suo lavoro. Che coraggio. Il tutto, come sempre o quasi, condito senza azzeccare un congiuntivo, alla faccia dei suoi studi alla Normale.
La domanda, però, è una sola: perché si continua a intervistare D'Alema? 

martedì 27 agosto 2013

Flicker e Gogol



Il governo "apre" a Flickr e pubblica sul network 12 foto del Cdm. A parte il primo commento che mi verrebbe, ossia mai più senza, l'Ansa titola Flicker e affianca così Berlusconi e il suo Gogol detto per citare Google.
Ma tanto lo sappiamo, è tutta colpa del "popolo della Rete", immaginaria creazione di quelli che scrivono Flicker, per esempio. 

Mimmo Munnizza, il "compagno che sbaglia"

Domenico Scilipoti, o se preferite "Mimmo Munnizza", epiteto datogli dai suoi ex colleghi dell'Idv, è pronto a un nuovo salto della quaglia. Mimmo salvò Silvio e ora è pronto a salvare Letta e il suo governo, come fa capire al bravo Luca Sappino nella sua intervista per l'Espresso
Non c'è da stupirsi, in fondo. C'è chi pensa Scilipoti faccia sul serio, c'è chi crede sia un gioco per alzare la posta, c'è chi si indigna, Massimo Gramellini in primis sul suo Buongiorno. Ciò che temo io è diverso: temo che Scilipoti, da soggetto di battute e improperi di ogni genere per il suo salto senza rete verso il Pdl (memorabile la sua corsa in Aula, come da foto) possa essere rivalutato a (centro) sinistra per questo gesto. Già immagino i toni del tipo "compagno che sbaglia". Già immagino un D'Alema che nella sua saccenza commenta con soddisfazione del tipo "Scilipoti costola del Pd". Sono parole un po' forzate le mie, ma forse non così tanto. 
Del resto, in uno schieramento dalle mille anime e di allure sempre più neodemocristiano, quale sta diventando il Pd, uno come Mimmo Munnizza infine non starebbe nemmeno così male. Omofobo come Fioroni, tanto per fare un esempio. Interventista come Boccia, tanto per farne un altro. "Spero che il Signore ci illumini", risponde Scilipoti a Sappino in chiusura d'intervista. Lo spero anch'io, in direzione opposta a quella che Mimmo Munnizza ha in mente. 

giovedì 22 agosto 2013

Paese


(fonte: quink.it)
Esiste un paese nel quale il suo governo di larghe intese è tenuto in scacco da un pregiudicato, il quale dev'essere peraltro messo malissimo, dato che ora si aggrappa alla Costituzione che ha sempre deriso e detto di dover cambiare. 
Esiste un paese nel quale il premier e il vicepremier fanno un vertice bilaterale, come fossero il primo ministro inglese e quello francese.
Esiste un paese nel quale la visione strategica del suo governo si basa sull'eliminazione o meno della rata dell'Imu sulla prima casa. 
Esiste un paese nel quale il medioevo è vivo e vegeto: non soltanto nei suoi borghi, ma nel pensiero intollerante dei gruppi politici cattolici, i quali non fanno onore al pensiero cattolico stesso.
Esiste un paese nel quale le forze politiche ogni fine d'agosto vanno a fare l'inchino a un meeting che in qualsiasi altro luogo sarebbe di importanza dimezzata.
Esiste un paese nel quale la destra è l'opposto di legge e ordine e la sinistra è l'opposto di progressismo.
Questo paese è l'Italia e tutto il mondo ci sta pigliando per il culo. E ce lo meritiamo. 

venerdì 2 agosto 2013

L'Italia che vogliamo

Ieri sera a Berlusconi "cassato", come recita il geniale titolo del Manifesto, è stato permesso di mandare in onda un videomessaggio, manco fossimo a Pyongyang.
Detto ciò, nel videomessaggio Berlusconi chiedeva, da piccolo fiammiferaio, "è questa l'Italia che vogliamo?". Sì, per quanto mi riguarda. Ma l'Italia che voglio è anche quella dell'imprenditore cattolico Umberto Costamagna, che nel suo call center di Pistoia ha deciso di estendere i congedi matrimoniali anche ai gay, a valle del caso di una sua dipendente. Scherzandoci sopra col parroco, come lui dichiara al Corriere della Sera (QUI). 
L'Italia che voglio è anche questa. E non è certo l'Italia dei videomessaggi e di un "esercito" che non capisce nemmeno le sentenze e - sbagliandosi - urla di gioia come allo stadio. 

venerdì 12 luglio 2013

Il pene del Papa




Il Televideo Rai, che da quando internet si è largamente diffuso credo guardi soltanto mio padre, avrà avuto un picco di accessi dopo questa gaffe, sublime, sulle pene del Papa contro la pedofilia. E forse il direttore avrà passato un brutto quarto d'ora.

martedì 25 giugno 2013

La Boccia vuota











Un altro dei motivi per il quale il governissimo bisognerebbe boicottarlo è Francesco Boccia in Di Girolamo, il quale oggi ha scambiato gli F35 per degli elicotteri. E' quasi più di sinistra sua moglie, che per ora si è limitata a dare dei contadini all'intera popolazione del Veneto.
Naturalmente Boccia è a favore degli F35, avevate dubbi? 
Naturalmente, Boccia è un altro dei cavalli perdenti sui quali puntò D'Alema. Per dire.

domenica 23 giugno 2013

La sedia vuota

This seat is taken. Ora però è vuota perché tengo mucho trabajo e non mi chiamo Joseph Ratzinger (papa Francesco).


lunedì 17 giugno 2013

Tanto non ci cacciano

Come noto, non ho molta simpatia per Enrico Letta, né per il suo governissimo, né tantomeno per il solito poco concludente G8. Ma proprio oggi, mentre Letta esordisce in Irlanda a colloquio con Obama, Cameron e gli altri "grandi", Silvio Berlusconi torna a rubare le scene tuonando contro l'Euro e l'Ue, nel suo classico modo da arcitaliano: sforiamo pure i parametri, tanto non ci cacciano
Fosse pure vero, è comunque il peggiore biglietto da visita per un Paese, il nostro, che cerca di recuperare terreno internazionale soprattutto per colpa di Berlusconi: il quale, è vero, nessuno è riuscito a cacciare. Anzi, ci si fa un governo insieme. Eccone i risultati.

Il Letta sbagliato

Il Belfast Telegraph, nel suo speciale G8 delle pagine interne, sbaglia Letta e mette la foto di zio Gianni invece che quella di Enrico (e già che c'è gli dà 56 anni).
Siamo sicuri che sia davvero un errore? 



domenica 16 giugno 2013

La musica è finita

L'orchestra sinfonica nazionale della Grecia  chiude dopo 75 anni per mancanza di soldi. Pochi giorni fa era toccato alla tv di stato Ert. La musica è finita. Altri lavoratori a casa, come la violinista nella foto, in lacrime durante l'ultimo concerto. Con la cultura non si mangia più, ma nessuno, pare, sia realmente preoccupato. Né della Grecia, né di quanto sta succedendo a Istanbul. C'è un G8 di mezzo, chissenefrega. 

martedì 11 giugno 2013

Strade dell'Est


Il pugno di ferro di Erdogan in piazza Taksim. La tv greca di stato Ert che chiude. La legge anti gay in Russia votata all'unanimità dalla Duma. Da est nulla di buono, oggi. E non c'è un cazzo da andare a letto sereni, per nulla.

lunedì 10 giugno 2013

Treviso non è più Hazzard

No, non parlo della vittoria di Ignazio Marino a Roma, netta seppur oscurata dall'astensionismo imbarazzante, e nemmeno del 16 a 0 Pd-Pdl che nonostante ciò non può e non deve illudere il centrosinistra. Parlo della vittoria del Pd a Treviso, feudo per 20 anni di Giancarlo Gentilini, un signore che ha fatto della pulizia etnica, dai "negri" (cit.) agli omosessuali, il suo cavallo di battaglia. 
Oggi Treviso non è più Hazzard e Gentilini ha detto che si ritira. Un Generale Lee che sfrecci per la Marca lo troverà. 

mercoledì 29 maggio 2013

Vento

Basta poco per rasserenare una giornata pesante e andare a letto positivi. 


domenica 19 maggio 2013

Oltre la rottamazione

#oltrelarottamazione c'è il festival di Sanremo, come indicato nel cerchio dietro Matteo Renzi, avvinto come l'edera collegato con Lucia Annunziata. 



domenica 12 maggio 2013

Tortora

Ciò che conta a seguito della battuta infelice di Berlusconi su Tortora è questo. Il resto, nemmeno lo voglio ripetere. Siamo noi che ringraziamo Gaia Tortora per quanto ha detto. 














martedì 7 maggio 2013

Camera ardente

Gianni Letta e Napolitano alla camera ardente di Andreotti. Sorridenti. Non potrebbe essere altrimenti. Lo stesso Giulio approverebbe vedendo il nipote di Gianni alle prese con un governo di grandi inciuci. 


lunedì 6 maggio 2013

Santo subito


A poche ore dalla sua morte, è naturalmente partita la santificazione per Giulio Andreotti, rafforzata da ovazioni - sinceramente per me incomprensibili - per il suo fido Cirino Pomicino. Per carità, due politici di razza, ma da qui a santificarli. 
Forse, se potessero parlare - tra gli altri - Aldo Moro, Giorgio Ambrosoli, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Mino Pecorelli, non sarebbero così d'accordo. 
Coi se e coi ma, però, la storia non si fa. E di se e di ma Giulio "santo subito" Andreotti ne lascia troppi. La prima Repubblica, comunque, non mi è mai sembrata così viva, a dispetto di chi annuncia la nascita della terza.

sabato 4 maggio 2013

Salvate il gatto da Alemanno

Il cane Empy di Monti fa scuola e nonostante non gli abbia portato così bene Gianni Alemanno, sindaco di Roma che corre per la riconferma, si fa fotografare con un gatto, dall'espressione terrorizzata sia perché non è che Alemanno lo regga proprio nel modo corretto, sia forse perché si rende conto di essere in pericolo. 
La battuta migliore su Twitter al riguardo è di Tiziana Ragni: "Gli animalisti quando servono 'ndo stanno?"

venerdì 3 maggio 2013

"Una squadra coesa"

Il premier Enrico Letta vuole "una squadra coesa". Nel frattempo, gli elettori del suo partito di coeso hanno soltanto più la voglia di votare qualcun altro, ma di questo ovviamente se ne frega: con elementi come questa in squadra (ma anche altri, e anche del Pd) sfonderà di sicuro. Che cosa, però è da vedere.

martedì 30 aprile 2013

Yo!

Enrico Letta in questa foto con Angela Merkel sembra me a fine anni'80 quando a Torino andavo a ballare al Big. In effetti, ha soltanto tre anni e mezzo in più di me, anche se mi sembra di dimostrarne molto di meno. Io però non sono premier. 



lunedì 29 aprile 2013

Niente applausi, sono Emma

In una giornata talmente scontata che però, causa il numero di 630 deputati - che finora nessuno ha tagliato - e le conseguenti lungaggini, ha visto la fiducia a Letta alla Camera iniziare alle 15 e concludersi alle 21.40 (ditemi se accade ciò in un Paese normale), ci pensa Emma Bonino a essere come sempre controcorrente, comunque la si pensi su di lei. 
Infastidita, probabilmente, dal tono trionfale del Pdl (non potrebbe peraltro essere altrimenti) e del suo vicino di banco, il neoministro degli Interni Alfano, Bonino scrive un "pizzino" ai suoi colleghi ministri per invitarli a smettere il tifo da stadio: "Posto che siamo tutti "Enrico", non ci si applaude. Secondo me". 
Invito di Emma accolto dai ministri. Che poi, sempre per il discorso del Paese normale, si debba in Parlamento sprecare chissà quanta carta intestata per questo tipo di attività, questo è un altro discorso. 

sabato 20 aprile 2013

Re Giorgio e re Silvio


La rielezione di Napolitano e l’incredibile rinascita di Berlusconi, grazie al suicidio del Pd. Non è un golpe, è una ritirata dei partiti 

In questi primi 4 mesi del 2013 abbiamo visto che anche i papi abdicano, oltre ai re. Eccetto uno, che voleva  abdicare ed è stato implorato a non farlo: e fu così che “re Giorgio” Napolitano ha accettato, probabilmente a tempo (e non soltanto per ragioni di età) un bis al Quirinale, che la Costituzione come sappiamo non contempla né vieta. In due mesi abbiamo avuto il primo papa che si dimette dopo 500 anni e il primo presidente della Repubblica rieletto, nonostante avesse spesso ripetuto “Non mi convinceranno”. Chi però accusa Napolitano in queste ore di incoerenza dice, a mio avviso, una sciocchezza. Sono i partiti, soprattutto il Pd, che sta esplodendo e ha bruciato due candidati di fila al Quirinale, che hanno benedetto questa soluzione estrema, mantenendo il presidente attuale il quale tenderà a fare approvare un “governo di scopo”, affidando l’incarico a vecchie volpi come Giuliano Amato. Non riesco, oggi, a vedere un gesto più conservativo: d’altra parte, ne va della conservazione dei partiti stessi. Non è un golpe, come ha dichiarato con azzardo Grillo, ma è una ritirata dei partiti, che appaiono sempre più lontani dalla realtà. E’ un flop completo della politica, ma chissenefrega:  se Enrico Letta ha dichiarato che “Oggi è una bella giornata per l’Italia” è la dimostrazione che ancora non si è capito nulla.
Il vero vincitore, però, del “conclave” del Quirinale è quello che, nel novembre del 2011, sembrava essere sulla ghigliottina. Parlo di Silvio Berlusconi, che ha resuscitato un Pdl clinicamente morto (lo sarebbe tuttora, senza la sua arte affabulatoria) portandolo a un soffio di voti dal Pd e restando fermo nelle strategie per il candidato presidente. Essere immobili, in questi momenti di caos, è una tattica che può premiare. Berlusconi è riuscito nell’ordine a: benedire l’ “inciucio” con il Pd per la candidatura di Franco Marini, bruciata dai democratici; evitare l’elezione al Quirinale del suo nemico Romano Prodi senza muovere un dito, grazie alla “carica dei 101” franchi tiratori piddini; ottenere la riconferma di Napolitano, presidente che ha sempre voluto. Se si rivotasse ora, il Pdl supererebbe di gran lunga il Pd senza alcun merito da parte del primo, ma semplicemente per i demeriti del secondo. Altro che giaguaro smacchiato.
La rielezione di Napolitano è drammatica soprattutto per il Pd, che da quando Bersani ha vinto le primarie per candidarsi a premier non ne ha azzeccata una, fino allo spettacolo pietoso dei “traditori” che nel segreto dell’urna non hanno votato per Prodi. Non voglio, però, impallinare Bersani, il quale come sappiamo si è dimesso da segretario. Sarebbe ingeneroso verso di lui, che ha provato invano – certo con errori e negli ultimi 60 giorni con acuta testardaggine – a tenere a bada un gruppo di schegge impazzite. Due cose, però. La prima: qualcuno nel Pd ci deve ancora spiegare il rifiuto di appoggiare con Cinquestelle e Sel la candidatura di Rodotà. La seconda: oltre all’evidente errore di far digerire l’inciucio con Alfano per il nome di Marini, il giorno dopo si è pensato di rimediare richiamando dal Mali Romano Prodi, credendo di essere tornati al ’96. Ed errori di presunzione il Pd ne ha fatti tanti: uno a caso, aver ricandidato Rutelli a sindaco di Roma, ché tanto ce l’avrebbe fatta (si è visto come andata a finire). Si arriva così alle scene di questi giorni con i militanti che bruciano le tessere in piazza di Monte Citorio e il fiato sul collo di Fabrizio Barca e Matteo Renzi. Il Pd, così com’è, non c’è più, è un dato di fatto e se non si riorganizza – e bene – alle prossime elezioni prenderà, se è fortunato, i voti di Scelta Civica. Ciò che però fa più tristezza è che, ad oggi, in Italia sembra non possa esistere o funzionare nel modo corretto un partito, o un movimento, non fondato sul capo. Vince Grillo, sopravvive la Lega che ottiene la Lombardia pur perdendo un sacco di voti, rinasce re Silvio. E si rielegge re Giorgio. Chissà se Andreotti tornerà agli esteri. 

giovedì 18 aprile 2013

I perdenti di successo

L'inciucio. Per il primo da sinistra non ci sono speranze, è il suo ruolo da sempre. Per il primo da destra sarebbero gradite dimissioni: è st'acqua qua. 








lunedì 1 aprile 2013

Onida, dice il saggio

In un Ottoemezzo di Pasquetta, Lilli Gruber e Stefano Feltri tentano, invano, di fare dire a Valerio Onida ciò che non può o che non sa dire. Appurato dalla sua bocca che non sappiamo ancora se Napolitano si aspetta dai saggi un documento scritto o che altro (perché questo, diciamolo, era il tono delle domande da studio) Onida, che per me è forse l'unico saggio dei saggi scelti dal presidente della Repubblica, cerca per quanto può di sgonfiare la pressione sui due gruppi ristretti e, soprattutto, di richiamare alcuni concetti importanti. Ad esempio: 
"Non spetta ai saggi fare decreti, la legge elettorale la cambieranno i partiti" (se finalmente la cambieranno, aggiungo).
Oppure, con modestia, ma anche con realismo: "Non aspettatevi chissà cosa, si cerca di fare il meglio possibile".
E ancora, risvegliando lo smacchiagiaguari: "Tecnicamente il preincarico a Bersani non è finito, ne è stato revocato" (che poi si ripristini, è un altro discorso). 
E ancora, con stilettata a Grillo: "Il parlamento è giovane e non ha bisogno di badanti, semmai di baby sitter".
E aggiungo: lavorate, neoletti. Non sono i saggi a doversi occupare, ad esempio, di diritti civili, immigrazione, omofobia. Voi, invece, sì. 

Saggi d' aprile

Tutti (o quasi) li criticano, tutti (o quasi) lamentano non ci sia almeno una donna, tutti (o quasi) li pressano per fare in fretta, ribadendo che non sono risolutivi, tutti (o quasi) non credono che la vera partita che si gioca si un'altra. Che Giorgio Napolitano ha rimandato al suo successore (o a se stesso, molti vorrebbero).
Nel frattempo, ci sarebbe un Parlamento nuovo e, soprattutto, rinnovato che potrebbe - anzi, dovrebbe - occuparsi di lavorare. E bene. 

sabato 23 marzo 2013

Papi

Tutti e tre apparsi oggi. Uno forse per l'ultima volta, gli altri due fino alla fine. 



sabato 16 marzo 2013

16 marzo: via Fani, kosen rufu e Laura Boldrini

Il 16 marzo è una giornata per me speciale, che io divido tra il dolore per l'anniversario della strage di via Fani e la gioia per il giorno di kosen rufu, il principale scopo del buddismo giapponese che pratico, ossia la pace nel mondo attraverso la rivoluzione umana di ogni singola persona. 
Ed è anche per questo che oggi, 16 marzo 2013, provo gioia nell'elezione di Laura Boldrini a presidente della Camera. E di Boldrini voglio ricordare una delle sue frasi pronunciate durante il suo discorso di insediamento, quella che più mi ha colpito e quella che ha fatto alzare in piedi tutta l'aula: "Dovremo farci carico dell'umiliazione delle donne che subiscono violenza travestita da amore".
Oggi non mi interessa, troppo, il dato politico dell'elezione di Boldrini e Grasso: la strategia azzeccata del Pd, il peso dei giovani del partito, il nervosismo del M5S, il declino suicida di Monti. Tutto vero, ma oggi mi interessa più di tutto questa frase. 
In bocca al lupo a Laura Boldrini. 

mercoledì 13 marzo 2013

Lino Banfi, da nonno Libero a Walker Texas Ranger


Per chi si stupisce della difesa di Berlusconi arrivata a invadere il tribunale di Milano, ecco le parole di Lino Banfi a Un giorno da pecora. Banfi, il cui affetto per Berlusconi non è certo un mistero, ai microfoni di Sabelli Fioretti e Lauro ha candidamente dichiarato: "Berlusconi? Io gli vorrò sempre bene e lo voterò sempre, anche se un giorno ammazza 122 persone". Come dire, da nonno Libero a Walker Texas Ranger. 

Ma Lino - Chuck spara un'altra cartuccia, su Renzi, che se si presentasse alle elezioni potrebbe votare, "perché mi è simpatico" e perché "io voto l'uomo e non il partito". 

Avviso alla stampa estera: è inutile che proviate a interpretare l'Italia e la sua politica con una logica razionale. Non c'è. Occupatevi di altro, se volete. 

mercoledì 6 marzo 2013

The show must go on

Alle Invasioni Barbariche sono ospiti di Daria Bignardi Vittorio Feltri e, in collegamento, Pippo Civati. Durante il colloquio, Bignardi prende la parola per dare in diretta la notizia del suicidio di David Rossi, responsabile comunicazione Mps, perquisito ma non indagato nell'ambito dell'inchiesta sul Monte. 
Bignardi chiede un parere e risponde Civati, citando anche la tragedia di oggi a Perugia. Per fortuna, almeno Pippo un pensiero l'ha avuto, perché appena terminato il suo intervento Daria Bignardi ha ripreso come nulla fosse il talk show, come quando tirava dritto sui litigi nella casa del Grande fratello. The show must go on. Ma a me sembra un po'troppo.
Nel frattempo, i siti dei quotidiani iniziano a diffondere le prime foto di Rossi, che mi ricorda incredibilmente il principe consorte Daniel Westling, marito di Vittoria di Svezia. Purtroppo per Rossi, la fine è stata diversa. Ma questo alle Invasioni lo si è già scordato.

sabato 2 marzo 2013

Emiliano Martino, il cappellaio matto del Porco D

Il teatro dell'assurdo di Ionesco mai sarebbe potuto arrivare ai livelli di In Onda. Questa sera, oltre alle supercazzole di Veltroni, che parla più di quand'era onorevole, e di Paolo Mieli, che ci ha fatto sapere di aver votato Monti, ma di stimare Bersani, ma di non augurargli di dover fare un governo con questo casino, c'è un nuovo idolo che è questo signore con la tuba nella foto: Emiliano Martino, uno degli iscritti del Movimento Cinquestelle. Con pochi tweet lo si è già paragonato al mago G della Galbusera, al cappellaio matto, a Willy Wonka e al fratello di Rino Gaetano. 
Lui, sembra avere poche idee, ma ben chiare, come si legge da questo post sulla sua pagina Facebook di ieri, dove scrive che Pd è Porco D e Pdl è Porco D ladro. Chissà cosa pensa dei Pm.  

venerdì 1 marzo 2013

Orgoglio italiano

C'è proprio da essere orgogliosi, soprattutto da parte degli italiani nel mondo.










giovedì 28 febbraio 2013

martedì 26 febbraio 2013

Lungimiranti

“Il Pd non è un taxi su cui chiunque può salire. Grillo si faccia un suo partito, vada  alle elezioni e vediamo quanti voti prende”. (Piero Fassino, luglio 2009. Detto, fatto) 



sabato 23 febbraio 2013

Silenzio elettorale

Mi mancava, anche oggi, un suo tweet idiota. Ed è arrivato, dopo le dichiarazioni su magistratura e mafia di Berlusconi. Bingo. 



giovedì 21 febbraio 2013

Le bambole del Pdl

Sono riusciti anche nell'impresa di mettere in un manifesto di "donne del Pdl" tre immagini di donne prese da archivi fotografici. Altro che sono una donna, non sono una bambola.