venerdì 29 giugno 2012

Luci al neon

Pubblicato in "Racconti", Nicola Pesce Editore


                                                                  
                                            


Stasera Gilda è riuscita a non dover aspettare per forza la chiusura di Wall Street. Il turno è coperto a sufficienza e ha chiesto un’ora di permesso. Per oggi gli indici di New York possono tranquillamente andare a farsi fottere.
Mancano cinque minuti alle nove. Potrebbe già spegnere il pc e infilarsi il cappotto sportivo che ha da poco preso in saldo, ma non lo fa. Tutte le sue colleghe di turno lo farebbero, lei no. Irreprensibile sul lavoro, mai un richiamo, mai una disattenzione, mai una telefonata personale. Rapporti di estrema cortesia con tutti, ma fuori da quell’open space asettico al quinto piano della Borsa di Milano li dimentica fino a quando li rivede il giorno dopo.
Dà ancora una rapida occhiata a un paio di quotazioni fluttuanti. Tutto comunque nella norma. Alza gli occhi un secondo dallo schermo e puntualmente scorge a una decina di metri quel porco del suo capo che la sta osservando. Flavio ha per lungo tempo provato a corteggiarla, quasi per un anno da quando Gilda è entrata in Borsa. Tutto sommato con discrezione, senza spingersi a livelli pericolosi di mobbing. Era facile capire che lei non sarebbe stata zitta. La sua condotta non le viene però naturale, non è nella sua indole essere completamente impenetrabile a qualsiasi stimolo da parte dell’ambiente sociale che la circonda. Niente affatto. Ma ha deciso così. Sono ormai passati quattro anni dal suo primo giorno di lavoro e nulla da quel giorno è cambiato. (...)

martedì 26 giugno 2012

Angela Merkel e gli Eurobond dopo la sua morte

Che Angela Merkel, nonostante sia sempre più accerchiata, sia cocciuta come un mulo è noto. Che ora, durante una riunione di partito, abbia detto che gli Eurobond non saranno adottati nella Ue "finché io vivrò" è spaventoso e rimanda, purtroppo, a cocciutaggini del passato, come in molti stanno facendo notare. Ultimo il settimanale inglese New Stateman che la ritrae come da foto.

Superba, Angela Merkel. Le sfide, però, a volte si perdono. E può accadere anche a lei. Sperando, però, di non lasciare troppi morti innocenti sul campo di battaglia.

giovedì 21 giugno 2012

La veglia dei mercanti

Pubblicato in "Racconti", Nicola Pesce Editore

Tra un’ora John morirà. I suoi amici lo sanno e lo stanno vegliando da lontano, anche se da tutto il mondo. A Milano si sono ritrovati in piazza dei Mercanti, occupando a poco a poco la loggia degli Orsi e arrivando fino a piazza Cordusio. Seduti, composti, in silenzio.

Milano è lontana migliaia di chilometri dal carcere dell’Indiana dove John sta passando la sua ultima ora da uomo vivo. Non in libertà, ma almeno vivo. E più passano i minuti, più i ragazzi seduti in piazza sembrano accompagnare il suo tramonto, chi alzando gli occhi al cielo, chi guardandosi le scarpe, chi accendendosi una sigaretta come fosse l’ultima per loro e non per lui.


Quanto dura l’ultima ora di un condannato a morte? Francesco se lo sta chiedendo in questo momento. Ha organizzato il sit-in milanese contro l’esecuzione di John, contattando le varie associazioni, litigando con il comune per i permessi, parlando con radio e televisioni. Un lavoro durato un mese e che tra meno di un’ora sparirà con l’uomo per il quale è stato realizzato, per riapparire fugacemente nella cronaca dei quotidiani di domani e in pochi trafiletti dei free press letti con voracità nei vagoni della metro.
Francesco è convinto di non avere sprecato il suo tempo, anche se in questi minuti non può fare a meno di sentirsi del tutto inutile. Cerca di immedesimarsi in John per capire come ci si può sentire sapendo di dover morire fra poco. Immagina un’attesa infinita prima dell’esecuzione, minuti che non passano mai, attimi identici l’uno all’altro, aspettando soltanto di essere chiamato dalle guardie. La sensazione del tempo che non scorre, come sempre accade quando non c’è altro da fare oltre a dover attendere.


In piazza molti hanno acceso una candela. Alcuni l’hanno appoggiata tra le gambe incrociate, altri la stringono forte in mano. La loggia degli Orsi sembra un presepio illuminato. La massima rappresentazione della vita che sta aspettando un evento di morte. Francesco si alza in piedi per dire poche parole alle persone sedute a terra. Non c’è bisogno di urlare perché nessuno parla e tutti lo stanno fissando. “Pensiamo tutti quanti a John in questo suo ultimo scorcio di vita. Pensiamo a lui e a chi nel mondo sta manifestando insieme a noi. Pensiamo che la nostra attesa non è stata vana e potrebbe contribuire a graziare altri condannati. Infine, se potete, vi chiedo di pensare a quante cose possiamo fare anche solo in pochi minuti. Non siamo riusciti a salvare John, ma possiamo e dobbiamo fare molto altro”.


Francesco si risiede e chiude gli occhi. Molte persone non smettono di osservarlo. Altre uniscono le mani in segno di preghiera e guardano verso la Madonnina. Un gruppetto di ventenni solleva un cartello con scritto “In the name of John”. Il quartetto d’archi invitato per il sit-in intona l’ Ave Maria. I poliziotti che da piazza Duomo sorvegliano la manifestazione allontanano un paio di ubriachi. Da via Orefici arriva il rumore di ferraglia del 27, che frena prima di svoltare in via Mazzini.


John è morto.


La musica del quartetto d’archi prosegue, anche se con tono più sommesso. Le candele si stanno lentamente consumando. Nessuno ha voglia di tornare a casa. In tanti vanno a salutare Francesco, lo ringraziano, lo abbracciano. Lui accenna sorrisi e lentamente si defila con modestia. Sta già pensando a cos’altro fare da adesso in poi. Per Francesco la vita continua, anche nella prossima ora.

venerdì 8 giugno 2012

Poteri forti

Mario Monti ha fatto le nomine Rai: Anna Maria Tarantola alla presidenza e Luigi Gubitosi alla direzione generale. La vicepresidente di Bankitalia, carriera puramente bancaria, docente alla Cattolica: meno male che Monti ieri ha detto "i poteri forti ci hanno abbandonato". L'ex ad di Wind, ora in Bank of America. A fare 2 + 2, la prima cosa che faranno sarà domiciliare il canone sulle bollette. Oltre all'inevitabile ironia sulla somiglianza tra il premier e la presidente Rai, tant'è che su Twitter in tanti scrivono che Tarantola è Monti con trucco e parrucco, la domanda fatale se l'è posta Carlo Freccero: i due nominati al vertice Rai avranno almeno il televisore in casa?

A me sembra sempre più che l'Italia stia diventando un bancomat timorato di Dio. E che il voto a ottobre, che tanto avevamo (non tutti, ma io sì) scongiurato, sia sempre più opportuno.

giovedì 7 giugno 2012

The Economist versus Angela Merkel

Non sanno più come dirglielo, quelli dell'Economist, ad Angela Merkel. Chissà questa copertina se produrrà qualche effetto, oltre a quello dello sprofondamento. 

lunedì 4 giugno 2012

Luisa Turci e Vito Damiano, l'opposto di essere sindaco

Da ieri sera Luisa Turci, sindaco di Novi di Modena, è un'eroina per molti. Dopo l'ennesima, forte scossa che ha sconvolto il modenese, lei ha spiegato calma in tv: “La torre di Novi è caduta, ma noi siamo ancora in piedi. I simboli si ricostruiscono, o ne avremo altri. Ora i simboli sono i nostri giovani”.

Il contrasto è stridente con le parole di pochi giorni fa di Vito Damiano, da poco sindaco di Trapani, il quale in un liceo e in una scuola media ha dichiarato: "Non bisogna parlare troppo di mafia, perché si rischia di darle troppa importanza". Damiano, per la cronaca, è un generale dei carabinieri in pensione: sarebbe stato curioso sentire la reazione del generale Dalla Chiesa, che dalla mafia fu freddato nel 1982. Forse perché ne parlava troppo? No comment.

Luisa Turci non è un'eroina, ma una donna come molte che si dà da fare per la propria comunità. Anche, ahi noi, per il modello di maschio incarnato da Vito Damiano.