martedì 27 agosto 2013

Flicker e Gogol



Il governo "apre" a Flickr e pubblica sul network 12 foto del Cdm. A parte il primo commento che mi verrebbe, ossia mai più senza, l'Ansa titola Flicker e affianca così Berlusconi e il suo Gogol detto per citare Google.
Ma tanto lo sappiamo, è tutta colpa del "popolo della Rete", immaginaria creazione di quelli che scrivono Flicker, per esempio. 

Mimmo Munnizza, il "compagno che sbaglia"

Domenico Scilipoti, o se preferite "Mimmo Munnizza", epiteto datogli dai suoi ex colleghi dell'Idv, è pronto a un nuovo salto della quaglia. Mimmo salvò Silvio e ora è pronto a salvare Letta e il suo governo, come fa capire al bravo Luca Sappino nella sua intervista per l'Espresso
Non c'è da stupirsi, in fondo. C'è chi pensa Scilipoti faccia sul serio, c'è chi crede sia un gioco per alzare la posta, c'è chi si indigna, Massimo Gramellini in primis sul suo Buongiorno. Ciò che temo io è diverso: temo che Scilipoti, da soggetto di battute e improperi di ogni genere per il suo salto senza rete verso il Pdl (memorabile la sua corsa in Aula, come da foto) possa essere rivalutato a (centro) sinistra per questo gesto. Già immagino i toni del tipo "compagno che sbaglia". Già immagino un D'Alema che nella sua saccenza commenta con soddisfazione del tipo "Scilipoti costola del Pd". Sono parole un po' forzate le mie, ma forse non così tanto. 
Del resto, in uno schieramento dalle mille anime e di allure sempre più neodemocristiano, quale sta diventando il Pd, uno come Mimmo Munnizza infine non starebbe nemmeno così male. Omofobo come Fioroni, tanto per fare un esempio. Interventista come Boccia, tanto per farne un altro. "Spero che il Signore ci illumini", risponde Scilipoti a Sappino in chiusura d'intervista. Lo spero anch'io, in direzione opposta a quella che Mimmo Munnizza ha in mente. 

giovedì 22 agosto 2013

Paese


(fonte: quink.it)
Esiste un paese nel quale il suo governo di larghe intese è tenuto in scacco da un pregiudicato, il quale dev'essere peraltro messo malissimo, dato che ora si aggrappa alla Costituzione che ha sempre deriso e detto di dover cambiare. 
Esiste un paese nel quale il premier e il vicepremier fanno un vertice bilaterale, come fossero il primo ministro inglese e quello francese.
Esiste un paese nel quale la visione strategica del suo governo si basa sull'eliminazione o meno della rata dell'Imu sulla prima casa. 
Esiste un paese nel quale il medioevo è vivo e vegeto: non soltanto nei suoi borghi, ma nel pensiero intollerante dei gruppi politici cattolici, i quali non fanno onore al pensiero cattolico stesso.
Esiste un paese nel quale le forze politiche ogni fine d'agosto vanno a fare l'inchino a un meeting che in qualsiasi altro luogo sarebbe di importanza dimezzata.
Esiste un paese nel quale la destra è l'opposto di legge e ordine e la sinistra è l'opposto di progressismo.
Questo paese è l'Italia e tutto il mondo ci sta pigliando per il culo. E ce lo meritiamo. 

venerdì 2 agosto 2013

L'Italia che vogliamo

Ieri sera a Berlusconi "cassato", come recita il geniale titolo del Manifesto, è stato permesso di mandare in onda un videomessaggio, manco fossimo a Pyongyang.
Detto ciò, nel videomessaggio Berlusconi chiedeva, da piccolo fiammiferaio, "è questa l'Italia che vogliamo?". Sì, per quanto mi riguarda. Ma l'Italia che voglio è anche quella dell'imprenditore cattolico Umberto Costamagna, che nel suo call center di Pistoia ha deciso di estendere i congedi matrimoniali anche ai gay, a valle del caso di una sua dipendente. Scherzandoci sopra col parroco, come lui dichiara al Corriere della Sera (QUI). 
L'Italia che voglio è anche questa. E non è certo l'Italia dei videomessaggi e di un "esercito" che non capisce nemmeno le sentenze e - sbagliandosi - urla di gioia come allo stadio.