martedì 19 ottobre 2010

No troie, no alberi: lo sceriffo Di Paolo

L'assessore abruzzese che abbatte i boschi dove esercitano le lucciole finisce sul Guardian


I politici, soprattutto di centro destra, si proclamano "liberali" (ma sanno che vuol dire?) e "garantisti" e invece continuano a porre divieti e adottare iniziative da "ras del quartiere". E' il turno di Angelo Di Paolo, assessore ai lavori pubblici in Abruzzo, che per debellare la prostituzione nella valle del Tronto ha ben pensato di fare abbattere gli alberi del bosco dove le lucciole esercitano. La notizia è talmente surreale che è vera e addirittura se ne è occupato il Guardian.

Dalla biografia di Di Paolo, riportata sul suo sito, leggiamo onorificenze interessanti quali "Ha ricevuto il Premio Internazionale MIAMI 2005" (per cosa, non è dato saperlo) oppure "E’ Cittadino Onorario dello Stato del West Virginia, cittadinanza conferita dal Segretario di Stato Joe Manchin III il 14 Nov. 2003". Fischia.


Ma l'immagine peggiore (o migliore, a seconda dei casi) è la fotografia al fondo della biografia, dove l'assessore festeggia la comunione della figlia più piccola, circondato da moglie e i due figli più grandi, torta e spumante di rito. A metà tra un film di Almodòvar e uno di Vanzina. Cuore di babbo, che vuole scacciare le lucciole perché intaccano la famiglia, il bene più prezioso di questo paese di bacchettoni. Un bosco abbattuto val bene l'integrità morale.

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