mercoledì 20 ottobre 2010

Davigo santo subito

L'ex giudice a 8 e mezzo dimostra buonsenso in una giornata nera per la giustizia


Ieri è stata una giornata tragica. Il consiglio di Stato ha dato ragione a Cota, la Camera ha negato l'autorizzazione a procedere per Lunardi, la commissione Affari Costituzionali in Senato ha dato il la al lodo Alfano retroattivo, già ribattezzato "lodo AlFini". Come se non bastasse, è morto il papà di Ricky in Happy Days.
Per fortuna, a 8 e mezzo c'era Piercamillo Davigo, ex giudice di Mani Pulite, ora consigliere in Cassazione, che ha dimostrato che le persone di buonsenso e chiarezza ancora esistono. E da qui dobbiamo ripartire.
Ecco cosa in sintesi Davigo risponde su tre argomenti centrali.

Autorizzazione a procedere: in Italia è sempre stata negata e Davigo, caustico, commenta: " Se il mondo della politica facesse autonomamente le proprie valutazioni e la gente non rimanesse avvinghiata alle poltrone finché i carabinieri non li vengono a prendere, forse la tensione calerebbe".


Lentezza dei processi: per Davigo, non si può stabilire per legge la durata e nessuno spiega davvero che in Italia tutti impugnano le sentenze perché non si rischia nulla. Ad esempio, in Francia pochi impugnano perché la corte d'Appello potrebbe prolungare la durata della pena (da noi non è così). In Uk e Usa, invece, gli appelli non sono esaminati. "La corte suprema - dice Davigo - fa 100 processi all'anno, la corte di Cassazione 100mila".


Politicizzazione dei giudici: qui Davigo si supera: "E' come se io chiedessi per cosa vota un chirurgo: dipende da questo se mi opererà o meno?" e continua dicendo che quando, da bimbo, andava a catechismo, aveva imparato che "la validità del sacramento non dipende dal fatto che il ministro sia degno, ma dal fatto che siano state osservate le regole liturgiche. Quindi, se il sacerdote ha detto messa rispettando le regole, la messa vale anche se il prete ha la fidanzata". Così è per la giustizia: "Quando si parla dei processi, non si guarda se sono state rispettate le regole, ma si guarda il colore politico, salvo poi applicare regole diverse a seconda del colore. Ed è un gioco fin troppo facile dire: il magistrato ce l'ha con me".


Davigo santo subito (e non c'entra cosa ha imparato da bimbo a catechismo).

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