lunedì 28 febbraio 2011

Quella gran faccia di bronzo di Luigi Negri

Per il vescovo ciò che fa male alla società sono i Dico. Io dico che mi son rotto le palle


Ci mancava la saggezza di monsignor Luigi Negri, il quale esprime a La Stampa una posizione nemmeno tanto personale, essendo anche un componente della Cei, su un po'di tematiche "calde". Ad esempio, su Berlusconi e caso Ruby dice: "E' inammissibile condannare a priori. Un politico è più o meno apprezzabile moralmente in base a quanto si impegna a vantaggio del bene comune, cioè di un popolo che viva bene e di una chiesa che operi in piena libertà" e quindi “sul piano della condotta individuale, indirizziamo a Berlusconi le stesse raccomandazioni rivolte a chiunque altro”.

Bene. Peccato che però il vescovo aggiunga: "A far male alla società sono i Dico, la legislazione laicista, la moralità teorizzata e praticata da quanti ci inondano di chiacchiere sulla rilevanza pubblica di taluni comportamenti privati”.

Chiaro il concetto, no? Il premier può far ciò che vuole, a patto che si dimostri pubblicamente fedele a santa romana chiesa. E lui non ha perso tempo parlando di famiglia tradizionale a un convegno. Il resto, ossia aborto, fecondazione assistita, coppie di fatto che si vogliono bene e quant'altro, per Negri non sono faccende private, ma cose che "fanno male alla società". In questi casi, non è inammissibile condannare a priori, vero Negri? Il "contestualizzare" di monsignor Fisichella ha fatto scuola. Ed io sono stufo che qualcun altro decida per me.

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