lunedì 6 giugno 2011

La sindrome di Waterloo (Veltroni)

Il suo nuovo libro, che tanto per cambiare parla di disgrazie


Non sono né un lettore, né tantomeno un fan del Giornale, ma il pezzo di Luigi Mascheroni che ha riportato Dagospia sui libri di Waterloo Veltroni, sempre collegati a qualche disgrazia, non potevo ignorarlo.

Il nuovo libro di Waterloo, scrive Mascheroni, "col titolo rassicurante L'inizio del buio, racconta le morti parallele, nell'Italia del 1981, di Alfredino Rampi, sparito nel pozzo di Vermicino, e di Roberto Peci, fratello del terrorista pentito Patrizio, rapito e giustiziato dalle Brigate Rosse. Sursum corda. Le sciagure sono un genere letterario. Infilarne una dietro l'altra è un talento".

Già, perché Veltroni ci aveva già rallegrati l'anno scorso con il monologo Quando cade l'acrobata, entrano i clown, che rievoca la tragedia dell'Heysel. E poi, come ricorda sempre Mascheroni, "la calamità bibliografica di Veltroni, del resto, conta anche due saggi. La biografia di Luca Flores, grande pianista immeritatamente dimenticato. Morto suicida. E uno studio critico dei discorsi del proprio politico di riferimento, Robert Kennedy. Come noto ammazzato a Los Angeles con due colpi di pistola". Waterloo, del resto, ha anche tentato un progetto nato quasi morto, ossia il Pd, anche se forse ora (se lui e Baffino D'Alema non interverranno più di tanto) potrebbe rinsavire.

Nessun commento:

Posta un commento