mercoledì 4 aprile 2012

Belsito e Lusi chiudono la seconda Repubblica?

Aumenta la voglia di "pulizia etnica" di un sistema che, dopo Tangentopoli, non è cambiato di una virgola 




E così il cerchio (anche quello magico) si è chiuso. Anche la Lega è ladrona. Anche il suo tesoriere Francesco Belsito è nel ciclone. Anche Umberto Bossi si unisce al coro delle spese "a mia insaputa", dopo Claudio Scajola, dopo Carlo Malinconico, dopo la Margherita di Rutelli. Senza dimenticare, per non far torto a nessuno, la vicenda di Filippo Penati, giusto per citarne uno. 


Ora, nella Lega e nei suoi militanti c'è voglia di "pulizia etnica", ma è nel paese intero che sta sorgendo, dopo il caso Lusi, dopo Belsito, dopo le cozze pelose del sindaco di Bari Michele Emiliano, una voglia pericolosa di un piazzale Loreto del giorno d'oggi. Proprio come accadde dopo Tangentopoli. In molti gridarono, allora, alla seconda Repubblica: oggi è ancora più chiaro che quella Repubblica non sia mai nata, oppure - che è in fondo la stessa cosa - sia nata morta perché i metodi sono gli identici della prima. Lega compresa. 


Il Paese chiede, sempre più, la nascita di una terza Repubblica, dove possibilmente i protagonisti delle prime due si facciano da parte. Non sarà un'impresa semplice, ma le monetine fuori dal Raphael a Bettino Craxi sono di nuovo in agguato. E, stavolta, potrebbero essere più pesanti. 

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