lunedì 25 luglio 2011

I 21 anni di Breivik

Tutti dicono sia una pena minima per il killer di Oslo, ma abbiamo guardato in casa nostra?


La Norvegia ha scoperto purtroppo gli attentati e il fondamentalismo, cristiano e xenofobo, in casa propria. L'attentatore di Oslo, Anders Breivik, è da oggi in tribunale e ostenta la stessa follia e sicurezza dei criminali di guerra alla Mladic, per intenderci. In comune hanno l'odio per i musulmani, seppur a latitudini diverse.

Sembra quasi un brutto sogno per il paese più ricco, tranquillo e tollerante del nord Europa, ma è davvero così oppure siamo noi drogati di terrore, terrorismo e scandali? La Norvegia non ha l'ergastolo e Breivik rischia fino a 21 anni di carcere, il massimo previsto dal codice penale norvegese. Tutti gridano allo scandalo. Sì, forse è poco, a parte il fatto che un uomo di 32 anni come lui uscirebbe dal carcere a 53. Detto ciò, prima di gridare allo scandalo vogliamo parlare dei pluriergastoli che son diventati col tempo libertà per, ad esempio, la strage di Bologna? Vogliamo parlare di Ustica? Vogliamo parlare di piazza Fontana? E, per uscire dalle stragi, vogliamo parlare del delitto Moro? O del delitto Alessandrini? Così, tanto per citarne qualcuno.


Rispettiamo un paese, la Norvegia, il cui premier, oggetto dell'attentato, ha affermato essere una società libera che continuerà ad esserlo. E pensiamo ai nostri misteri irrisolti o svaniti come un fiume carsico. Nonché alla nostra società che non è al momento nemmeno libera di far decidere ai singoli come morire. 

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