lunedì 1 aprile 2013

Onida, dice il saggio

In un Ottoemezzo di Pasquetta, Lilli Gruber e Stefano Feltri tentano, invano, di fare dire a Valerio Onida ciò che non può o che non sa dire. Appurato dalla sua bocca che non sappiamo ancora se Napolitano si aspetta dai saggi un documento scritto o che altro (perché questo, diciamolo, era il tono delle domande da studio) Onida, che per me è forse l'unico saggio dei saggi scelti dal presidente della Repubblica, cerca per quanto può di sgonfiare la pressione sui due gruppi ristretti e, soprattutto, di richiamare alcuni concetti importanti. Ad esempio: 
"Non spetta ai saggi fare decreti, la legge elettorale la cambieranno i partiti" (se finalmente la cambieranno, aggiungo).
Oppure, con modestia, ma anche con realismo: "Non aspettatevi chissà cosa, si cerca di fare il meglio possibile".
E ancora, risvegliando lo smacchiagiaguari: "Tecnicamente il preincarico a Bersani non è finito, ne è stato revocato" (che poi si ripristini, è un altro discorso). 
E ancora, con stilettata a Grillo: "Il parlamento è giovane e non ha bisogno di badanti, semmai di baby sitter".
E aggiungo: lavorate, neoletti. Non sono i saggi a doversi occupare, ad esempio, di diritti civili, immigrazione, omofobia. Voi, invece, sì. 

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