martedì 31 maggio 2011

Tutta colpa di Pisapia

L' "onda arancione" che ha investito Milano e l'Italia. Il ruolo fondamentale del web. La calma mai perduta di fronte agli attacchi beceri che si sono trasformati in boomerang

Confesso, non ho più scritto per ragioni scaramantiche ed ora, da ieri sera, posso riprendere.

Giuliano Pisapia non ha sbagliato nulla. Non è caduto nelle provocazioni ridicole di Zingaropoli, Milano mecca dei gay, stanze del buco e altre sciocchezze. Non si è piegato all'avversario, né lo ha deriso. Ha semplicemente risvegliato una grossa fetta di città che era come anestetizzata da vent'anni di centro destra e di promesse mai mantenute. E ha creato, giorno dopo giorno, un' "onda arancione" diventata negli ultimi giorni irresistibile.

Mai era successo che piazza Duomo si riempisse più volte per un sindaco che tutti, oramai, chiamano Giuliano. Se Letizia Moratti ci ha messo del suo per perdere e i suoi colleghi le han dato una grossa mano, Giuliano al contrario è andato avanti ad ascoltare le persone, cosa che Moratti naturalmente, essendo sindaco da salotto (e da "cricca del cemento") non ha mai fatto.

E poi la rete. Questa è stata una campagna elettorale dove il web è stato determinante. La squadra di Pisapia lo ha capito da subito, Stefano Boeri - suo avversario alle primarie - ha dato una mano enorme e, secondo me, una gran lezione ai burocrati del Pd che se rimangono a scribacchiare teorie nel loft di S.Anastasia è meglio per tutti. E il popolo della rete ha risposto alla grande, ridicolizzando le offese assurde degli avversari, sbeffeggiando Red Ronnie, inventando la favola di Sucate e gli aneddoti "Tutta colpa di Pisapia" e così via.

L' "onda arancione" ha investito tutta Italia e i risultati sono quelli che conosciamo. Il vento è cambiato davvero. Sta a Pisapia e a tutti noi continuare a cavalcarlo. Oggi però io, milanese da sette anni, posso dire che questa è la mia città e Giuliano è il mio sindaco.

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