Federico Pizzarotti, il 40enne dalla faccia pulita che ama
il judo e l’ambiente, ha vinto le elezioni a Parma, la “Stalingrado” di Beppe
Grillo, e appare l’uomo più lontano dalle urla e dalle provocazioni del suo
leader. Il Cinquestelle ha ottenuto 4 sindaci in tutto e si appresta nel 2013 a
entrare in Parlamento. E’ un dato di fatto.
Il vuoto che il movimento di Grillo
sta coprendo mi preoccupa. Ma mi preoccupa anche una Rosy Bindi che strilla in
tv e dice che la vittoria di Orlando a Palermo è anche sua. Mi preoccupa anche un
Bersani che dice che Parma e Comacchio, altra città vinta dal Cinquestelle, “erano
governate dal centrodestra”. E allora? Ci manca ancora un D’Alema che si
inventi, dopo la Lega, anche il Cinquestelle “costola della sinistra” e abbiamo
fatto bingo.
Ora si fa sul serio e dopo la sbornia mediatica e la probabile
troupe della Cnn che verrà a Parma per filmare la prima seduta della nuova
giunta, Pizzarotti e gli altri governeranno le proprie città e dovranno, anche,
trovare accordi con gli esponenti dei partiti i cui segretari Grillo prende in
giro dal mattino alla sera. Vedremo come va
a finire. Ma, comunque vada, la giunta di Federico Pizzarotti sarà una
giunta politica – e non antipolitica – come ogni altra. E, per favore (io per
primo), non chiamiamoli grillini. Come fossero appendici del vate Grillo e
parlassero con lui tramite l’auricolare modello Ambra con Boncompagni. Questa è
probabilmente l’idea che hanno Bersani, o Rosy Bindi, o Fabrizio Cicchitto, o Rutelli.
E’ un’idea che porta poco lontano, anche se per ora nessuno di loro l’ha
pienamente intuito.
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